«Il mio incontro con gli artisti moderni di 25 anni fa è sfociato in quello
con gli artisti della nuova programmazione, e particolarmente
con Getulio Alviani, l’op art prima e gli allumini luminosi poi, che
mi hanno dato la possibilità della dimensione magica del metallo illuminato
per la valorizzazione di una donna completamente nuova».
Germana Marucelli

Nel 1964 in occasione dell’ideazione della linea Optical Germana Marucelli si rivolge all’ideatore plastico Getulio Alviani per la progettazione dei motivi decorativi. I capi, ufficialmente presentati nel gennaio 1965 durante la XXIX Manifestazione della Moda Italiana a Firenze, traggono la propria forza innovativa dal riuscito incontro tra forma (abito) e segno (motivo decorativo).

«C’è il superamento della forma statica per il conseguimento di forme costantemente in divenire», precisa Lara Vinca Masini ricordando inoltre come la collezione sia «(…) un esempio di alta collaborazione – (…) dell’unità della cultura e dell’interrelazione di diverse discipline».

Il “parallelismo operativo” si ripete per la linea Alluminio che, tra avanguardia e lungimiranza, ha trovato spesso la giusta collocazione in musei e gallerie. Se nella linea Optical è il motivo, dunque il segno, in dialogo con il movimento del corpo a creare le infinite variabili della forma dell’abito, nella linea Alluminio è invece la luce che si riflette sui “magici metalli” posti strategicamente sui capi a determinarne l’assetto strutturale e sempre in divenire, similmente alle Superfici a testura vibratile di Alviani dove “l’opera cambia al minimo spostamento dello spettatore-attore”. In entrambi i casi prevale un nuovo concetto di moda, dove l’indossatore non è più un soggetto passivo che si riveste di significati attraverso l’abito, ma ne diviene componente attiva, addirittura determinante.